Anni dopo, Toto Wolff ha finalmente sfatato la verità sulla decisiva gara di Abu Dhabi. I suoi nuovi, sconvolgenti commenti hanno bollato il direttore di gara come un “pazzo” e hanno smascherato la decisione di un uomo di “distruggere il record del più grande campione di sempre”. Questa è l’ammissione della F1 che sta cercando di seppellire l’ascia di guerra. Leggi la scioccante storia completa e scopri i dati che dimostrano che Lewis Hamilton è stato derubato. 👇👇👇
A distanza di anni dal famigerato Gran Premio di Abu Dhabi del 2021, Toto Wolff, il team principal della Mercedes, è tornato a parlare dell’episodio più controverso nella storia recente della Formula 1. Le sue parole hanno scatenato un terremoto mediatico e sportivo, riaprendo ferite mai completamente guarite. In un’intervista esclusiva, Wolff ha definito la gestione di quella gara “una follia totale” e ha accusato l’allora direttore di gara, Michael Masi, di aver “distrutto il record del più grande campione della Formula 1 moderna”, riferendosi ovviamente a Lewis Hamilton.
Secondo Wolff, la decisione presa da Masi nel finale del Gran Premio di Abu Dhabi non è stata solo un errore umano, ma “una manipolazione che ha cambiato la storia”. Con toni accesi e una visibile amarezza, Wolff ha ricordato gli ultimi giri di quella gara, quando la safety car rientrò in pista e solo alcune vetture doppiate furono autorizzate a sdoppiarsi, permettendo così a Max Verstappen di raggiungere e superare Hamilton all’ultimo giro. “Non si è trattato di una normale decisione sportiva. È stato un atto che ha violato le regole stesse che la FIA aveva stabilito. In quel momento, la corsa non è stata più una competizione, ma uno spettacolo diretto da un uomo che ha deciso chi dovesse vincere,” ha dichiarato Wolff.
Le sue parole hanno avuto un effetto esplosivo, riportando alla luce discussioni che molti pensavano fossero ormai chiuse. Molti tifosi e giornalisti hanno visto in queste dichiarazioni una forma di “resa dei conti” da parte della Mercedes, un tentativo di riscrivere la narrativa di un evento che ha segnato un’epoca. Hamilton, da parte sua, non ha rilasciato commenti diretti, ma secondo fonti vicine al pilota, avrebbe apprezzato il coraggio del suo team principal nel riportare alla luce una verità che in molti avevano cercato di dimenticare.
Wolff ha anche rivelato alcuni dettagli finora sconosciuti riguardo alle conversazioni interne avvenute tra Mercedes e la FIA subito dopo la gara. “Abbiamo chiesto chiarimenti immediati,” ha spiegato. “Sapevamo che c’era stata una violazione del regolamento, ma ci è stato detto di accettare la decisione in nome dello sport. Lo sport, però, vive di regole, e quando queste vengono ignorate per creare spettacolo, si perde la sua anima.”
I commenti del manager austriaco hanno costretto la Formula 1 e la FIA a rispondere. In un comunicato diffuso poche ore dopo l’intervista, la FIA ha riconosciuto che la gestione di Abu Dhabi 2021 “non è stata conforme ai protocolli standard” e ha ribadito di aver già implementato riforme strutturali per evitare che simili episodi si ripetano. Tuttavia, l’organizzazione non ha ritrattato ufficialmente il risultato del campionato, una decisione che continua a dividere tifosi e addetti ai lavori.
La comunità dei fan ha reagito con forza. Migliaia di sostenitori di Hamilton hanno invaso i social media con l’hashtag #JusticeForLewis, mentre altri hanno accusato Wolff di riaprire vecchie ferite per convenienza. Ma per molti, le sue parole rappresentano finalmente una forma di giustizia simbolica per Hamilton, che secondo numerosi esperti avrebbe dovuto vincere il suo ottavo titolo mondiale quella notte ad Abu Dhabi.
Le statistiche supportano questa visione: fino all’ingresso della safety car, Hamilton aveva dominato la gara dall’inizio alla fine, mantenendo un vantaggio costante su Verstappen. Solo la controversa decisione sul restart ha cambiato il destino della corsa e, con esso, della storia della Formula 1.
Alla fine dell’intervista, Wolff ha chiuso con un tono riflessivo: “Non voglio cancellare ciò che è successo, ma voglio che venga riconosciuto per ciò che è stato: un errore che ha privato uno dei più grandi piloti della storia di un momento che si era guadagnato con onore. La verità, anche dopo anni, merita di essere detta.”
Le sue parole risuonano come un monito per il futuro della Formula 1, un invito a mettere la trasparenza e l’integrità sportiva al di sopra dello spettacolo. E mentre il mondo del motorsport continua a discutere, una cosa è certa: il fantasma di Abu Dhabi 2021 continua a vivere, ricordando a tutti che in F1, la linea tra gloria e ingiustizia è spesso sottilissima.
