Dopo la vittoria al Vienna Open, Jannik Sinner non ha festeggiato con champagne o contratti pubblicitari. Al contrario, ha scelto di dedicare quel momento di gloria al suo Paese, apparendo al fianco della Fondazione Prada per presentare il progetto “Future of Italy”. L’iniziativa, nata con un profondo spirito umanitario, mira a offrire 1.000 borse di studio sportive ai bambini provenienti da famiglie in difficoltà.
Durante la conferenza, svoltasi in un elegante spazio di Milano, l’atmosfera era densa di emozione. I giornalisti si aspettavano un tipico evento celebrativo, ma ciò che Sinner stava per annunciare andava ben oltre lo sport. Con voce ferma ma carica di sentimento, il giovane campione ha parlato del valore dei sogni, della speranza e della possibilità di dare una seconda opportunità ai più piccoli.

«Non tutti possono diventare campioni», ha detto, guardando il pubblico con un sorriso timido, «ma tutti meritano la possibilità di credere nei propri sogni». Le sue parole hanno attraversato la sala come un’onda di sincerità. In quel momento, non c’era più il Sinner atleta, ma il ragazzo di San Candido che ricordava le difficoltà dei suoi inizi, i sacrifici della famiglia e il calore di chi aveva creduto in lui.
La Fondazione Prada, conosciuta per il suo impegno culturale e sociale, ha voluto trasformare questa collaborazione in qualcosa di concreto. I fondi raccolti permetteranno di costruire centri sportivi nelle zone più povere del Paese, dove i bambini potranno non solo praticare sport, ma anche ricevere istruzione, assistenza psicologica e sostegno alimentare. Un progetto che unisce eleganza, etica e cuore italiano.
Nel corso dell’evento, Sinner ha raccontato un aneddoto personale che ha lasciato la sala in silenzio. «Quando avevo dieci anni», ha detto, «non potevo permettermi una racchetta nuova. Un allenatore me ne regalò una usata, dicendomi: ‘Trattala come un sogno, perché se la rispetti, ti porterà lontano’. Non l’ho mai dimenticato». Quelle parole, semplici e autentiche, hanno racchiuso l’essenza del progetto stesso.
Dopo il discorso, è salito sul palco un gruppo di bambini che avevano già ricevuto le prime borse di studio simboliche. Hanno consegnato a Sinner un piccolo disegno con la scritta “Grazie per credere in noi”. Il tennista, visibilmente commosso, ha piegato il foglio e lo ha messo nel taschino della giacca. «Questo è il mio trofeo più bello», ha sussurrato, mentre la sala lo applaudiva in piedi.
Tra gli ospiti erano presenti Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, che hanno definito Sinner «un esempio di umiltà e coraggio per le nuove generazioni». Hanno spiegato che la Fondazione non voleva solo finanziare un’iniziativa benefica, ma costruire un ponte tra talento e solidarietà. «L’Italia ha bisogno di giovani come lui», ha dichiarato Miuccia, «che usano la propria fama per seminare speranza».

I media italiani hanno subito definito l’evento come uno dei momenti più toccanti dell’anno. Sui social, migliaia di messaggi hanno invaso le pagine dedicate a Sinner: fan, famiglie e bambini ringraziavano il campione per il suo gesto. Alcuni scrivevano: «Ha vinto un torneo, ma ha conquistato il cuore di un’intera nazione».
Ma la vera sorpresa è arrivata alla fine. Quando tutti pensavano che la cerimonia fosse conclusa, Sinner ha estratto un assegno personale, firmato a nome suo, per contribuire direttamente al fondo con una donazione di un milione di euro. La sala è esplosa in un lungo applauso, mentre lui, con la semplicità di sempre, ha aggiunto: «Non è un dono, è un ritorno. Perché l’Italia mi ha dato tutto».
Quel gesto, improvviso e autentico, ha trasformato un evento di beneficenza in un momento storico. Le immagini del suo abbraccio con Miuccia Prada hanno fatto il giro del mondo, diventando simbolo di un’Italia che sa ancora credere nei valori, nell’impegno e nella bellezza della generosità. E forse, come ha scritto un giornalista il giorno dopo, “Sinner non ha solo vinto il Vienna Open. Ha vinto il cuore di un Paese intero”
