🚨 Esplosione shock al GP del Messico di F1! Nico Rosberg scuote il mondo dei motori accusando la FIA di “puro favoritismo” dopo la penalità controversa inflitta a Lewis Hamilton – un’accusa che fa tremare il paddock e mette in discussione la credibilità stessa della FIA! 🚨

Il Gran Premio del Messico 2025 avrebbe dovuto essere una festa di velocità, adrenalina e spettacolo. Invece, si è trasformato in un terremoto mediatico che ha travolto l’intero mondo della Formula 1. Dopo la gara, vinta da Max Verstappen tra polemiche e tensioni, l’ex campione del mondo Nico Rosberg ha scatenato una vera e propria bufera, accusando apertamente la FIA di “puro favoritismo” nei confronti di alcuni piloti, in particolare del campione olandese.
Tutto è iniziato nel momento più caotico della gara: il primo giro. Appena scattato il semaforo verde, Verstappen si è lanciato all’interno di Lewis Hamilton con una manovra aggressiva alla prima curva. Hamilton, per evitare il contatto, è stato costretto ad andare largo e a tagliare sull’erba. Il pilota della Red Bull ha poi ripreso la posizione, apparentemente fuori pista, ma incredibilmente non ha ricevuto nessuna penalità.

Pochi istanti dopo, nel tentativo di rientrare in pista, Hamilton ha brevemente recuperato la posizione, ma è stato immediatamente punito con 10 secondi di penalità per “rientro non sicuro”. Una decisione che ha fatto esplodere il paddock.
“È inaccettabile,” ha dichiarato Rosberg ai microfoni di Sky Italia subito dopo la gara. “Come si può parlare di equità quando due episodi quasi identici vengono giudicati in modo completamente opposto? Questo non è sport, è favoritismo puro.”
Le parole dell’ex campione del mondo 2016, mai banale e sempre diretto, hanno infiammato il dibattito. Secondo Rosberg, la FIA avrebbe mostrato un chiaro doppio standard nel giudicare le azioni di Verstappen e Hamilton. “Sembra che certi piloti possano fare quello che vogliono, mentre altri vengono puniti alla minima occasione,” ha aggiunto con tono sarcastico
La reazione dei fan è stata immediata. Sui social, l’hashtag #FIAfavoritism è diventato virale nel giro di poche ore. Centinaia di migliaia di tifosi hanno espresso il loro disappunto, molti sostenendo che Hamilton sia stato “sacrificato” per proteggere lo spettacolo o per evitare di penalizzare il pilota più popolare del momento.
Anche diversi ex piloti si sono schierati con Rosberg. Jenson Button, campione del mondo 2009, ha dichiarato: “Quando i fan iniziano a dubitare della trasparenza della direzione gara, significa che abbiamo un problema serio. Le regole devono valere per tutti, non importa il nome o il colore della macchina.”
Dal canto suo, la FIA ha rapidamente pubblicato un comunicato ufficiale, difendendo la decisione dei commissari. “Ogni situazione viene valutata individualmente sulla base delle prove disponibili. Non esiste favoritismo,” si legge nella nota. Tuttavia, il tentativo di placare le polemiche è risultato inutile: il fuoco ormai era divampato.
Dietro le quinte, la tensione tra le squadre si è fatta palpabile. Il team Mercedes ha chiesto chiarimenti formali alla direzione gara, mentre la Red Bull ha evitato di commentare direttamente, limitandosi a sottolineare che “le decisioni della FIA vanno rispettate”. Ma il silenzio di Verstappen durante la conferenza stampa post-gara — un sorriso accennato e poche parole misurate — non ha fatto altro che alimentare i sospetti.
Nel frattempo, Lewis Hamilton, sempre signorile nonostante la delusione, ha preferito non attaccare apertamente la FIA, ma le sue parole sono sembrate cariche di significato: “Io corro per vincere in modo pulito. Se altri hanno bisogno di aiuto per farlo, non è un mio problema.”
Rosberg, invece, ha continuato la sua crociata nei giorni successivi, ribadendo il concetto in un video pubblicato sul suo canale YouTube, seguito da milioni di fan: “Non è solo una questione di Hamilton. È una questione di giustizia sportiva. La Formula 1 è troppo grande per permettersi zone grigie così evidenti.”
Le sue parole hanno riacceso il dibattito sul ruolo della FIA e sull’imparzialità dei commissari di gara. Molti osservatori ricordano casi passati in cui le decisioni hanno sollevato dubbi simili — come Silverstone 2021 o Abu Dhabi 2021 — eventi che ancora oggi dividono tifosi e addetti ai lavori.
Secondo alcuni analisti, l’attacco di Rosberg potrebbe avere conseguenze pesanti. “Nico non parla mai a caso,” ha commentato un insider del paddock. “Quando usa parole come ‘favoritismo’, è perché sa che dentro al circus ci sono discussioni private che noi non sentiamo. Questa volta, ha deciso di dirlo pubblicamente.”
In un campionato già segnato da rivalità accese, la bufera del GP del Messico aggiunge un nuovo capitolo alla lunga storia delle polemiche FIA. Con tre gare ancora da disputare, la pressione sulla federazione è altissima: ogni decisione sarà analizzata al microscopio, ogni penalità pesata come se fosse un verdetto giudiziario.
Alla fine, tra applausi, fischi e tweet infuocati, una cosa è chiara: la Formula 1 vive di emozioni, ma anche di giustizia. E quando quest’ultima viene messa in dubbio, l’intero equilibrio dello sport rischia di crollare.
Come ha detto Rosberg nell’ultima frase della sua intervista:
“I fan possono accettare la sconfitta, ma non l’ingiustizia. E oggi, purtroppo, abbiamo visto troppa ingiustizia.”
Un commento che riecheggia ancora, come un pugno sul tavolo della Formula 1 moderna — un richiamo potente a un valore che, in pista o fuori, non dovrebbe mai essere dimenticato: l’equità.
