McLaren in tumulto: nuove prove video della FIA alimentano il tumulto dei rigori di Piastri dopo il caos del GP del Brasile: lotta per il titolo sull’orlo!

SAN PAOLO – Il paddock della Formula 1 è in fiamme per la tensione mentre Oscar Piastri della McLaren e i vertici del team esplodono davanti alle nuove prove video della FIA del Gran Premio del Brasile che hanno alimentato nuova indignazione per la sua penalità di 10 secondi che ha rovinato la gara. Proprio mentre il 23enne australiano si leccava le ferite dopo una ripartenza della safety car al sesto giro che gli è costata un podio e ha aumentato il vantaggio in campionato del compagno di squadra Lando Norris a 24 punti, martedì l’organo di governo ha diffuso clip inedite che – lungi dall’esonerare Piastri – sembrano cementare la sua colpa nel groviglio di tre vetture con il debuttante della Mercedes Kimi Antonelli e Charles Leclerc della Ferrari. Le conseguenze? Una stanza di guerra della McLaren in crisi, la furia di sfida di Piastri che si trasforma in accuse di “giustizia selettiva” e sussurra che il mantra “nessun ordine di squadra” di Zak Brown potrebbe sgretolarsi sotto il peso del crescente dominio di Norris. Con tre gare rimaste e 83 punti in palio, il fantasma del Brasile non sta svanendo: sta alimentando un’implosione del titolo che potrebbe segnare la squadra papaya per anni.

Il dramma è scoppiato al sesto giro, alla spietata curva 1 di Interlagos, uno slot di ripartenza noto per inghiottire gli audaci. Piastri, P4 sulla sua MCL39 dopo uno sprint di sabato che gli aveva già portato nove punti, ha intravisto una piccola opportunità all’interno di Antonelli (P2) e Leclerc (P3). È stato il classico Piastri – l’intrepido campione di F2 che ad agosto era in testa alla classifica con 34 posizioni – a impegnarsi in un tuffo a tre sotto il green. Ma quando i freni sono arrivati un po’ tardi, la sua anteriore sinistra si è bloccata sull’asfalto scanalato (una correzione post-alluvione del 2024 che ha ridotto l’aderenza e la vita dell’asse), dando una spinta alla W16 di Antonelli. L’italiano si è spinto oltre, puntando l’SF-25 di Leclerc contro il muro; la sospensione anteriore si è rotta, una ruota si è staccata e l’eroe di casa della Ferrari si è ritirato in un momento di frustrazione prima del 7° giro. Antonelli è arrivato zoppicando al quarto posto; Piastri, illeso ma ribollente, ha tracciato il ritmo del podio all’aria aperta – finché gli steward non lo hanno colpito con il martello: 10 secondi + due punti di licenza per “aver causato completamente la collisione” a causa di una sovrapposizione insufficiente (asse anteriore non accanto allo specchietto di Antonelli all’apice, violando le linee guida dell’Appendice L FIA). P5 ha segnato otto punti; La demolizione da palo a bandiera di Norris è arrivata a 25, trasformando Piastri da cacciatore a preda.

La notizia bomba della FIA di martedì? Un rapporto tecnico post-gara che aggiunge telemetria di bordo grezza e filmati multi-angolo, tra cui la telecamera non filtrata di Antonelli e le sovrapposizioni GPS che sincronizzano le tracce dei freni. Le prove, secondo il verdetto degli steward, sottolineano il “tuffo” di Piastri come fattore scatenante: una frenata ritardata di 0,02 secondi da parte dell’australiano, una sovrapposizione del 58% ritenuta “insufficiente” prima dell’apice e un bloccaggio “evitabile” in condizioni controllate. “La macchina è stata guidata in un modo non completamente controllato dall’ingresso all’apice”, ha stabilito la giuria, citando precedenti come la clemenza di Verstappen a Silverstone 2024 ma martellando Piastri per la “gravità del risultato” – il ritiro di Leclerc ha fatto pendere l’ago della bilancia. Altri due punti sulla sua super patente (ora otto, quattro dalla squalifica) aggravano la crudeltà, ammanettando la sua aggressività proprio mentre le piste a bassa aderenza (Austin, Messico, le cicatrici del drenaggio del Brasile che costringono ad aumenti di altezza e cali di carico aerodinamico) espongono i limiti del suo stile.

La risposta della McLaren? Vulcanico. Piastri, in una violenta fuga di notizie radiofoniche dalla squadra e in un post-report su Instagram (3,2 milioni di visualizzazioni durante la notte), ha scaricato: “Le ‘nuove prove’? Sono ritagliate per adattarsi alla loro storia. Avevo la battuta: Kimi ha stretto, porta sbattuta. Non posso scomparire nell’erba. Questa è la F1 del campo canguro.” Il manager Mark Webber, il veterano della Red Bull che aveva guidato Piastri durante la sua caduta di forma (zero podi da Monza), ha lanciato un conciso messaggio alla FIA: “Lotta per il titolo del terzo anno? Storico. Ma le ‘prove’ che ignorano la traccia dei freni di Antonelli? Questa non è giustizia, è un pericolo.” Il CEO Zak Brown, fresco del suo “editto sull’uguaglianza” anti-2007, lo ha etichettato come “duro superamento” su X, taggando il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem: “La trasparenza inizia con i feed completi, non con i punti salienti”. Il preside Andrea Stella, analizzando i dati a Woking, ha ammesso che il filmato “fa alzare le sopracciglia sulla sovrapposizione” ma ha criticato il “bias del risultato”: “I tempi del settore Oscar dopo l’incidente? Ritmo da podio. La penalità ha ucciso la gara, non la mossa.”

Il paddock è diviso come l’apice della curva 1. Martin Brundle di Sky lo ha denigrato “difficile da fare – 20 volte, prenderei quel divario”, mentre Jolyon Palmer ha annuito alla clemenza “giudicata dai risultati” per gli scontri Verstappen-Norris. Leclerc, con lo zero, ribadisce: “Colpa condivisa, l’ultima mossa di Kimi l’ha amplificata. Prova? Selettiva”. Antonelli, gentile in P4, ha alzato le spalle: “Le corse sono serrate, ma sì, il tracciato completo… discutibile.” Le richieste di revisione salgono a 200.000; Tendenze #FreePiastri con “angoli nascosti” fan-spliced (una clip virale che afferma una sovrapposizione del 62%). Il muro di pietra della FIA? “Decisione finale – coerente con le linee guida.”

Per la McLaren è esistenziale. Norris, ignaro della gloria (“Focus on the drive”), guarda l’incoronazione; Lo swing di 58 punti di Piastri dal comando di agosto lascia una cicatrice psichica. La promessa di Brown di non avere ordini – segnata da Hamilton-Alonso ’07 – rischia la frattura: resa nelle strade di Las Vegas? Scoppio di ruote nello sprint del Qatar? Il fuoco di Piastri – “Mi tufferei ancora” – è a doppio taglio: benzina per le vittorie, miccia per le divieti. Le modifiche di Stella (configurazioni più morbide per la finezza a bassa aderenza) fanno guadagnare tempo, ma il tempo è impietoso.

Mentre i neon di Las Vegas lampeggiano il 22 novembre, questa “nuova prova” non è una conclusione: è un cataclisma. Piastri non è rotto; è sfolgorante. La FIA ha versato sangue; La McLaren lo sostiene. Nel filo spinato ruota a ruota della F1, le riprese del Brasile potrebbero ribaltare il copione o fratturare una dinastia. Norris guida, ma Piastri caccia. La pace della papaya? In frantumi. Il titolo? Un inferno di tre gare attende.
