La F1 esplode in indignazione: la McLaren chiede alla FIA di indagare sullo scambio del motore brasiliano di Verstappen – Risultati “scioccanti” minacciano le speranze di titolo della Red Bull!

La pentola a pressione della Formula 1 è esplosa a Interlagos mentre la McLaren ha sparato una violenta salva alla FIA, chiedendo una spiegazione urgente perQuello di Max Verstappenil cambio di motore dell’ultimo minuto che ha spinto l’asso della Red Bull dal purgatorio della pit-lane a uno straordinario terzo posto nel Gran Premio del Brasile. La resa dei conti del 9 novembre – già un calderone di caos con Lando Norris della McLaren che dominava dalla pole e il compagno di squadra Oscar Piastri che si riprendeva dall’incubo delle penalità – è finita in polemica quando la Red Bull ha montato un nuovo propulsore Honda sulla RB21 di Verstappen, scatenando sussurri di imbrogli sul tetto dei costi. “Questo non è solo uno scambio: è un colpo da maestro strategico che fa sorgere domande”, ha affermato il capo della McLarenAndrea Stellatuonò dopo la gara, la sua voce riecheggiava il crescente disagio del paddock. Ora, con i risultati “scioccanti” dell’indagine della FIA che emergono – confermando che la modifica ha violato le regole di assegnazione del motore ma schivando l’esame accurato del limite massimo dei costi – il dramma ha innescato una tempesta di fuoco che potrebbe incendiare la difesa dei costruttori della Red Bull e consegnare a Norris un vantaggio inattaccabile per il titolo con tre gare rimaste.

La saga è iniziata sabato con le qualifiche infernali per la Red Bull, le peggiori dal GP del Giappone del 2006: entrambe le vetture – Verstappen e Sergio Perez – sono cadute in Q1 a causa di problemi di setup sull’asfalto scanalato e a bassa aderenza di Interlagos (un retrofit post-alluvione del 2024 che ha ridotto il contatto degli pneumatici e la durata delle assi). Verstappen, partito 20°, ha osservato Norris conquistare la pole per la MCL39 della McLaren mentre Piastri languiva in quarta posizione. Alla disperata ricerca di riscatto in una stagione in cui è stato dietro Norris di nove punti all’ingresso in Brasile, la Red Bull ha premuto il pulsante di reset: durante il parco chiuso (il periodo sigillato post-qualità salvo modifiche importanti senza il consenso della FIA), hanno stracciato il stanco propulsore di Verstappen – già alla sua sesta assegnazione ICE – e hanno inserito un nuovissimo ensemble Honda RBPT, incluso turbocompressore, MGU-H, MGU-K e serbatoio di energia. Il problema? Nessuna previa approvazione del delegato tecnico, in violazione dell’articolo 28.2 dei regolamenti sportivi, che limita i componenti a quattro per stagione per contenere i costi e la parità. Penalità: partenza dalla pit-lane, nessuna posizione in griglia. Ma la vera seccatura? Una foratura al primo giro non è riuscita a far deragliare la carica di Verstappen: ha scavato il centrocampo come un bisturi, dando la caccia a George Russell e Piastri per il terzo posto, con il grugnito rinfrescato della sua RB21 che brillava in assetto da gara.

Il campanello d’allarme della McLaren risuonava più forte. Stella, l’imperturbabile architetto italiano della corona dei loro costruttori, ha messo alle strette i vertici della FIA a bordo pista: “Cambiamenti del propulsore per aumentare le prestazioni? Questa non è affidabilità, è un’elusione del limite. Questo nuovo mulino conta rispetto al budget di 145 milioni di dollari della Red Bull, o è una scappatoia per un’esenzione?” La questione colpisce il cuore finanziario della F1: il tetto massimo dei costi del 2021, inasprito dopo la violazione della Red Bull post-2022 (multa di 1,8 milioni di dollari), esenta gli scambi “orientati all’affidabilità” ma inchioda gli aggiornamenti delle prestazioni. La Red Bull ha affermato che il “degrado” della vecchia unità post-Q1 lo giustificava, ma la McLaren puzza di fumo, soprattutto dopo che il recupero “ultraterreno” di Verstappen (tempi di settore 0,4 secondi più veloci dopo lo scambio) ha evocato la sua masterclass in Brasile del 2024 dalla P17. “Siamo tutti per i combattimenti leali”, ha aggiunto Stella, con gli occhi puntati sui nove punti di vantaggio di Norris su Piastri (Verstappen è terzo, 19 indietro). “Ma se questa situazione dovesse scivolare, si deformerebbero i margini – e con Las Vegas, Qatar e Abu Dhabi che decidono tutto, abbiamo bisogno di chiarezza adesso.”

L’indagine della FIA – lanciata domenica tra i mormorii del paddock – ha lasciato cadere i suoi risultati preliminari “scioccanti” lunedì: lo scambio ha violato i protocolli del parco chiuso (modifiche alla sospensione senza consenso hanno aggravato il tutto), confermando il destino di Verstappen in pit-lane, ma, soprattutto, nessuna infrazione del limite di costo ancora. “Il propulsore rientrava nei limiti di affidabilità”, ha sentenziato il delegato tecnico Jo Bauer, citando la telemetria Honda sull'”usura eccessiva” dovuta alle scivolate a bassa velocità della Q1. Eppure il diavolo è nei dati: il sesto ICE della Red Bull supera i quattro consentiti, ottenendo un calo di 10 posizioni in griglia (assorbito tramite la partenza ai box), ma l’esenzione del limite dipende dall’intento di “non prestazione” – una zona grigia che le linee guida della FIA lasciano nebbiose. “Scioccante? È selettivo”, ha criticato Martin Brundle di Sky. “La Red Bull ‘sfrutta’ questi vantaggi: ricordate la sonda flexi-wing del 2022?” Verstappen, sempre una faccia da poker, ha alzato le spalle: “Abbiamo riparato ciò che si era rotto: il podio ha dimostrato che ha funzionato. Dramma? Questa è la F1.”

Il paddock è polarizzato: Fred Vasseur della Ferrari ha fatto eco alla McLaren (“Chiarezza o caos: il pareggio è il limite”), mentre Perez, con un P12, ha difeso: “Max se l’è guadagnato, niente regali”. Piastri, ancora dolorante per la sua penalità di 10 secondi (ora otto punti di licenza, squalifica incombente), ha scherzato: “Il motore cambia a metà gara? Vorrei averci pensato”. Per la Red Bull, già seconda classificata costruttori (McLaren è in testa con 71), è un atto di alto livello: Christian Horner elogia l'”ingegneria intelligente”, ma la violazione del tetto rischia multe di oltre un milione di dollari o detrazioni di punti, facendo eco alla farsa finale di Verstappen-Norris del 2021. Zak Brown, amministratore delegato della McLaren e sostenitore del berretto, ha lanciato una bordata a X: “FIA, è tempo di trasparenza – o sarà di nuovo il 2007”.
Mentre le luci della striscia di Las Vegas invitano al 22 novembre, questo enigma del motore non è una nota a piè di pagina: è un fusibile. Incoronazione degli occhi di Norris; Verstappen va a caccia della parità; Piastri si riprende. Venerdì uscirà il rapporto completo della FIA: rivendicazione o verdetto? Il tuono del Brasile non si è calmato; sta elettrizzando il finale di partita della F1. La “mossa controversa” della Red Bull ha scosso il mondo – ora, le conseguenze potrebbero mandarlo in frantumi.
