🔥”HENRY CAVILL AVEVA RAGIONE!” — Il CEO di Netflix CHIAMA PUBBLICAMENTE i produttori di The Witcher per aver preso in giro la posizione di Henry Cavill “SEGUI IL LIBRO”, ammettendo che l’azienda ha perso 20 milioni di dollari dopo le reazioni negative dei fan… Ma ciò che Cavill ha detto dopo ha lasciato l’intera sala in silenzio.
In un momento che ha scosso il mondo dell’intrattenimento, il CEO di Netflix Ted Sarandos ha fatto una dichiarazione pubblica che ha riacceso i riflettori sulla controversa partenza di Henry Cavill da “The Witcher”. Durante una conferenza stampa tenutasi ieri a Los Angeles, organizzata per discutere i risultati finanziari del terzo trimestre 2025, Sarandos non ha risparmiato critiche ai produttori della serie, accusandoli di aver sottovalutato e persino deriso la posizione dell’attore riguardo alla fedeltà ai libri di Andrzej Sapkowski. “Henry aveva ragione fin dall’inizio”, ha esclamato Sarandos, con un tono che mescolava rimpianto e frustrazione. “Abbiamo perso una risorsa inestimabile ignorando il suo invito a seguire il libro. E ora paghiamo il prezzo: 20 milioni di dollari evaporati in costi di marketing e abbonamenti persi a causa della reazione dei fan”.

La storia di “The Witcher” su Netflix è stata un rollercoaster sin dal debutto nel 2019. Henry Cavill, fan sfegatato dei romanzi polacchi e dei videogiochi correlati, ha incarnato Geralt di Rivia con una dedizione che ha catturato il cuore di milioni di spettatori. Il suo Geralt non era solo un cacciatore di mostri muscoloso e taciturno: era un’interpretazione radicata nel lore originale, con citazioni dirette dai libri e un’attenzione maniacale ai dettagli, come l’accento slavo e le cicatrici precise sul corpo del personaggio. Cavill aveva spesso espresso pubblicamente la sua passione, postando sui social foto di sé immerso nella lettura di “Il guardiano degli anziani” o “Il sangue degli elfi”, e insistendo con i produttori affinché la serie rispettasse la complessità morale e la profondità filosofica delle opere di Sapkowski.

Ma le tensioni emersero presto. Nei corridoi di produzione, si vociferava che lo showrunner Lauren Schmidt Hissrich e il team creativo volessero una versione più “moderna” e accessibile della saga, con cambiamenti radicali alle trame e ai personaggi per attrarre un pubblico più ampio. Cavill, in interviste successive alla sua uscita annunciata nel 2022, aveva accennato a divergenze creative: “Voglio che i fan vedano la vera essenza dei libri. Geralt non è solo un eroe action; è un uomo tormentato dal destino”. Si dice che durante una riunione nel 2021, i produttori abbiano liquidato le sue preoccupazioni con battute ironiche, definendo il suo approccio “troppo nerd” e “incollato al libro come un adolescente”. Una fonte interna, che ha parlato in anonimato, ha rivelato che Hissrich avrebbe detto: “Seguire il libro alla lettera ci renderebbe noiosi; dobbiamo innovare”. Cavill, ferito da questi commenti, avrebbe replicato: “Innovare non significa tradire l’anima della storia”.

L’uscita di Cavill dopo la terza stagione ha scatenato un putiferio tra i fan. Petizioni online hanno raccolto oltre 500.000 firme per il suo ritorno, e hashtag come #JusticeForGeralt e #FollowTheBook hanno trendato su X per settimane. La quarta stagione, con Liam Hemsworth nei panni del Lupo Bianco, ha debuttato il 30 ottobre 2025, ma i numeri parlano chiaro: secondo i dati globali di Netflix, gli ascolti sono crollati del 50% rispetto alla terza stagione. Da un picco di 76 milioni di visualizzazioni nelle prime quattro settimane del debutto, la serie è scesa a meno di 20 milioni, superata persino da commedie romantiche come “Nobody Wants This”. I fan hanno accusato la produzione di aver snaturato i personaggi – Yennefer resa troppo “woke” e Ciri trasformata in un’eroina action senza sfumature – e di aver ignorato gli elementi chiave dei libri, come le profezie complesse e i mostri folkloristici polacchi.

Sarandos, nel suo intervento, ha quantificato il danno: “Abbiamo investito 150 milioni di dollari nella quarta stagione, inclusi marketing aggressivo e partnership con videogiochi. Ma le reazioni negative hanno portato a una perdita netta di 20 milioni, tra cancellazioni di abbonamenti e recensioni bombardate su Rotten Tomatoes, ferme al 45%”. Ha poi puntato il dito contro i produttori: “Prendere in giro la posizione di Henry su ‘segui il libro’ è stato un errore colossale. Lui conosceva i fan meglio di chiunque; era uno di loro”. La sala, gremita di giornalisti e investitori, è piombata in un silenzio attonito quando Sarandos ha proiettato un grafico: la linea rossa degli ascolti precipitava come una spada nel petto di un mostro, mentre quella blu – proiezioni con Cavill – saliva stabile.
Ma il momento clou è arrivato dopo, quando un giornalista ha chiesto a Sarandos se Netflix stesse considerando un reboot o un ritorno di Cavill. Il CEO ha esitato, poi ha annunciato una sorpresa: Henry Cavill era in collegamento video dalla sua casa a Londra. L’attore, con la sua iconica barba curata e uno sguardo penetrante, è apparso sullo schermo gigante. “Grazie, Ted, per aver riconosciuto la verità”, ha detto con voce ferma. La platea ha trattenuto il fiato. “Ma non è solo questione di libri o fan. È di rispetto per l’arte. Ho lasciato ‘The Witcher’ perché credevo in una visione più autentica, ma ora vedo che il mio addio ha aperto gli occhi a tutti”. Poi, con un sorriso enigmatico, ha aggiunto: “E se mi chiedete cosa farei oggi? Tornerei, ma solo se promettete di seguire il libro. Altrimenti, lascerò che i troll e i drowner vi divorino tutti”.
Il silenzio che ha seguito è stato assordante. Giornalisti si sono scambiati sguardi increduli; un investitore ha lasciato cadere la penna. Cavill non ha solo risposto: ha lanciato una sfida velata, un’eco del suo Geralt che evoca il destino ineluttabile. Da quel momento, le azioni di Netflix sono calate del 2% in after-hours, e i social sono esplosi con meme di Cavill come un profeta barbuto. Anya Chalotra, interprete di Yennefer, ha twittato: “Henry, hai sempre avuto ragione. Il continente ha bisogno di te”. Anche Hemsworth, in un post umile, ha scritto: “Rispetto totale per l’uomo che ha creato questo Geralt. Imparo ogni giorno”.
Questa vicenda non è solo un dramma hollywoodiano: è un monito per l’industria dello streaming. In un’era di reboot e spin-off, ignorare la voce dei fan e l’autenticità delle fonti può costare caro. Netflix, con i suoi 270 milioni di abbonati, sta già pianificando incontri interni per la quinta e ultima stagione, annunciata come “la redenzione del Continente”. Sarandos ha chiuso la conferenza promettendo “cambiamenti radicali”, ma la domanda resta: basteranno a placare la furia dei witcheriani? O Cavill, con la sua ultima frase, ha sigillato il destino della serie?
Mentre i fan attendono risposte, una cosa è certa: Henry Cavill aveva ragione. E il silenzio della sala ieri non era solo stupore; era il suono di un’era che volge al termine, e di un nuovo capitolo che bussa alla porta, spada in mano e libri sotto il braccio.
