In un’intervista esclusiva e rara concessa alla rivista *Tennis Life Italia*, la coppia leggendaria del mondo del tennis – Fabio Fognini e Flavia Pennetta – ha aperto per la prima volta il cuore sulle sfide segrete della loro famiglia. Non si tratta delle vittorie nei Grand Slam o delle partite drammatiche sull’erba, ma del viaggio di genitori intriso di lacrime con il primogenito Federico, oggi 8 anni, che sta affrontando una forma lieve di autismo.
L’immagine di Federico – un bambino dal sorriso radioso ma dallo sguardo distante – è stata condivisa dalla coppia attraverso foto familiari accoglienti su Instagram. «Abbiamo tenuto nascosto tutto per anni, perché non volevamo che il mondo esterno invadesse i momenti più privati della nostra famiglia», ha confidato Pennetta, ex campionessa degli US Open 2015, con voce tremante. «Ma ora che Fede sta crescendo, ci siamo resi conto che parlare può aiutare altri genitori che si sentono persi.»
Secondo il racconto di Fognini, a Federico è stata diagnosticata una forma lieve di autismo all’età di 4 anni. «Non parla molto, solo poche parole semplici come “papà” o “palla”. Invece di giocare con gli amici, Fede preferisce sedersi in un angolo del campo da tennis, prendere la racchetta e colpire la palla contro il muro, ancora e ancora.
Quello è il suo mondo – un mondo ripetitivo, sicuro, dove il suono “bop bop” della palla è l’unica sinfonia di cui ha bisogno.» Fognini, tennista noto per il carattere impulsivo in campo, ammette che quei pomeriggi passati accanto al figlio lo hanno cambiato completamente. «Pensavo che il tennis fosse solo un gioco per vincere o perdere, ma ora è la medicina per il mio cuore.»
Il vero dramma scoppia però quando la coppia diverge sul modo di aiutare Federico a superare le barriere. Pennetta, con l’istinto di una madre che ha vissuto le pressioni psicologiche della carriera agonistica, insiste per portare il figlio da specialisti in terapia psicologica approfondita. «Ho letto tonnellate di documenti, ho consultato i migliori medici di Milano.
L’autismo non è qualcosa che si può “curare” con la forza di volontà – servono terapie comportamentali, comunicative specializzate, magari anche farmaci se necessario. Fede merita di avere la possibilità di parlare, di fare amicizia, di vivere una vita più normale. Non voglio che resti intrappolato per sempre in quel ciclo!» sottolinea Pennetta, con gli occhi arrossati al ricordo delle lunghe notti in cui il figlio piangeva senza parole.
Al contrario, Fognini – padre italiano tipico con una fede incrollabile nella forza dello sport – si oppone fermamente. «Terapia psicologica? Suona bene, ma per Fede il tennis è la terapia migliore! Non colpisce la palla contro il muro per isolarsi, ma perché si sta concentrando, sta imparando a controllare le emozioni.
L’ho visto in me stesso – il campo da tennis mi ha salvato dalle crisi di rabbia, dalle sconfitte. Lasciatemi insegnare a mio figlio come impugnare correttamente la racchetta, come seguire la palla, e piano piano parlerà attraverso i colpi. Siamo una famiglia di tennisti, Flavia! Non trasformare nostro figlio in un paziente di medici sconosciuti.»
La discussione è sfociata in accese “litigate casalinghe” drammatiche, secondo le parole di Pennetta. «Fabio è un padre meraviglioso, ma è troppo ottimista, troppo… Fognini! Pensa che tutto si possa risolvere con una partita. Io invece ho paura – paura che se non agiamo subito, Fede non sarà mai in grado di esprimere le sue emozioni.» Fognini, non meno commosso, confessa: «So che Flavia ha ragione su alcuni punti, ma ogni volta che penso di portare mio figlio in una fredda clinica, il cuore mi si stringe. Il tennis è il nostro linguaggio. Lasciamolo giocare, e vedrete il miracolo.»
Questa storia non è solo dramma familiare, ma ha acceso un dibattito più ampio nella comunità tennistica italiana. Molti colleghi come Jannik Sinner e Matteo Berrettini hanno inviato messaggi di incoraggiamento sui social, affermando che «lo sport può essere un ponte, ma la salute mentale richiede veri specialisti». Pennetta e Fognini hanno rivelato di star cercando uno specialista che combini entrambi gli approcci: la terapia tennistica, dove Federico potrà colpire la palla sotto la guida di psicologi.
Nonostante le divergenze, la coppia ribadisce che l’amore per l’altro e per Federico è indistruttibile. «Troveremo una via», dice Fognini abbracciando la moglie durante l’intervista. «Perché Fede non è solo nostro figlio – è il campione del futuro.» Pennetta sorride tra le lacrime: «O almeno, imparerà a dire “Amo il tennis”.»
La storia della famiglia Fognini-Pennetta ci ricorda che dietro lo splendore degli ace perfetti ci sono persone comuni con crepe nel cuore fragili. E forse sono proprio drammi come questi a forgiare la vera forza di una famiglia.
