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La notizia ha scosso l’Italia quando è trapelato che Jasmine Paolini aveva deciso di finanziare interamente l’intervento per separare le gemelle Angela e Angel May Garganta, nate congiunte in una piccola provincia toscana. Una scelta che nessuno si aspettava.

L’incontro tra Paolini e la famiglia era avvenuto settimane prima in un ospedale di Firenze. La tennista, reduce da una vittoria importante, aveva visitato il reparto pediatrico per un’iniziativa benefica organizzata dal personale medico.
Quando vide le due bambine e ascoltò la storia della madre, qualcosa in lei cambiò. Le emozioni erano troppo intense per essere ignorate, e Paolini decise di fare un gesto che avrebbe sorpreso tutti.
La madre delle gemelle aveva raccontato che l’intervento era estremamente costoso e rischioso. Le possibilità di riuscita esistevano, ma erano limitate dalle difficoltà economiche e dalla complessità della procedura.
Paolini ascoltò in silenzio, tenendo le mani delle due piccole. Quell’esperienza lasciò un segno profondo. Nei giorni successivi, prese una decisione che avrebbe cambiato la vita dell’intera famiglia.
Utilizzò tutto il montepremi del suo recente trionfo per finanziare totalmente l’operazione. Nessun annuncio pubblico, nessun clamore mediatico. Solo un gesto silenzioso, fatto con il cuore.
L’ospedale di Firenze iniziò subito i preparativi. Un’équipe internazionale di chirurghi venne convocata per studiare il caso, mentre Paolini seguiva ogni aggiornamento con apprensione e speranza.
Arrivò finalmente il giorno dell’intervento. Le gemelle furono portate in sala operatoria mentre la madre, circondata da medici e volontari, cercava di mantenere la calma. Paolini era lì, seduta accanto a lei.
L’operazione era prevista per durare molte ore. Le complicazioni erano numerose e ogni fase richiedeva precisione assoluta. L’attesa diventò un’agonia, con il personale ospedaliero che aggiornava la famiglia a intervalli regolari.
Dopo diverse ore, però, i medici comunicarono un imprevisto. Una serie di difficoltà impreviste aveva complicato l’intervento. Il rischio di interromperlo era concreto, e nessuno sapeva come procedere.
La stanza d’attesa sprofondò nel silenzio. La madre delle gemelle iniziò a piangere, temendo il peggio. I chirurghi erano bloccati davanti a un bivio, incapaci di prendere una decisione immediata.
Fu in quel momento che Jasmine Paolini, rimasta costantemente in ospedale, si alzò improvvisamente. Nessuno capiva cosa stesse per fare. Tutti gli sguardi si voltarono verso di lei con stupore.
Senza esitare, chiese di parlare con il primario. Le sue parole non furono autoritarie, ma determinate. Voleva solo una cosa: che i medici continuassero a lottare e cercassero una soluzione alternativa.

Paolini non diede ordini medici, ma offrì un sostegno emotivo e psicologico enorme alla madre, ai chirurghi e all’intera équipe. La sua sicurezza trasmise coraggio a tutti i presenti.
Il primario, colpito dalla forza del suo gesto, decise di riunire i chirurghi per valutare una strategia diversa. Dopo minuti interminabili, ripresero l’intervento con una nuova procedura studiata sul momento.
La decisione fu rischiosa ma necessaria. La sala d’attesa rimase sospesa nel silenzio più assoluto, mentre ogni minuto sembrava pesare come un macigno. La madre tremava, ma Paolini non le lasciò mai la mano.
Passarono ore interminabili. Gli aggiornamenti erano rari ma incoraggianti. Un filo di speranza iniziò a diffondersi tra i presenti. L’intera Toscana seguiva la vicenda con il fiato sospeso.
Quando il chirurgo uscì finalmente dalla sala operatoria, il suo volto stanco ma sorridente raccontava più di mille parole. Le gemelle erano state separate con successo. La procedura alternativa aveva funzionato.
La madre crollò in un pianto liberatorio. Paolini, visibilmente commossa, la abbracciò con delicatezza. Era la fine di un incubo e l’inizio di una nuova vita per Angela e Angel May.
Le bambine furono trasferite in terapia intensiva per le prime ore critiche. I medici erano ottimisti. Il decorso sarebbe stato lungo, ma le prime reazioni del loro corpo erano positive e incoraggianti.
La notizia si diffuse rapidamente in tutta Italia. La storia di una tennista che aveva usato la sua vittoria per salvare due bambine conquistò i cuori di migliaia di persone. I social si riempirono di messaggi di gratitudine.

Molti lodarono la discrezione con cui Paolini aveva agito. Non cercava pubblicità né riconoscimento, voleva solo dare una possibilità a due piccole nate in una situazione difficile. Il suo gesto parlava da solo.
La madre delle gemelle, in un’intervista successiva, raccontò che Jasmine era rimasta in ospedale fino all’ultimo minuto, come un membro della famiglia. Il suo supporto era stato fondamentale.
Paolini, sempre riservata, dichiarò soltanto che aveva fatto ciò che sentiva giusto. Disse che ognuno, se può, dovrebbe tendere una mano a chi ha meno fortuna. Un messaggio semplice ma potente.
Le gemelle, nei giorni successivi, continuarono a migliorare. I medici confermarono che il loro recupero stava procedendo meglio del previsto, grazie al lavoro efficace dell’équipe e al tempismo dell’intervento.
L’intervento divenne un simbolo di solidarietà e di coraggio. Molti giornali sottolinearono che il miracolo non era solo medico, ma umano, grazie alla determinazione e alla generosità di Paolini.

L’Italia intera celebrò non solo la campionessa, ma la persona. Una giovane donna capace di trasformare un trionfo sportivo in un gesto che avrebbe cambiato per sempre due vite fragili.
Oggi, Angela e Angel May rappresentano una storia di speranza. Una storia nata in un piccolo reparto di un ospedale toscano e arrivata fino al cuore di milioni di persone grazie a un gesto inatteso.
Jasmine Paolini continua la sua carriera, ma per molti rimarrà per sempre la tennista che ha scelto l’amore, la vita e il coraggio. E le gemelle cresceranno sapendo che un angelo in carne e ossa le ha aiutate a ottenere un futuro.
