Nel luminoso inferno al neon del mondo della Formula 1, dove i motori ruggiscono come draghi arrabbiati e gli pneumatici si sciolgono sotto la pressione di 300 chilometri orari, Laurent Mekies ha appena fatto esplodere una bomba che scuote l’intero paddock. Il nuovo capo della Red Bull, che ha deposto Christian Horner dal trono con un drammatico colpo di stato a luglio, fa il tifo per Max Verstappen.
“Non è solo il miglior pilota del mondo: è una forza che non conosce limiti!” Mekies ruggisce, i suoi occhi brillano come le luci dei box durante la gara notturna a Singapore. Questa non è un’umile pacca sulla spalla; Questa è una dichiarazione di guerra, una profezia che promette che Verstappen non solo vincerà, ma distruggerà. Qualche rivale? Schiacciato.
I libri di storia? Il suo nome riscritto con inchiostro rosso sangue. E noi, gli spettatori dipendenti, siamo rimasti senza fiato mentre le onde d’urto si riversavano sui circuiti da Austin ad Abu Dhabi.

Immagina: è il 13 ottobre 2025 e la Formula 1 è sull’orlo di un’esplosione nucleare. La Red Bull, la squadra che un tempo travolgeva questo sport come un uragano inarrestabile, ha avuto una grave crisi d’identità in questa stagione. Il quattro volte campione del mondo Verstappen, il ragazzo di Hasselt che doma i demoni nell’abitacolo, è caduto dalla cima della montagna. Niente podi da mesi, un’auto che somigliava più a un riluttante mulo che a un predatore.
Oscar Piastri, l’astuto australiano della McLaren, si è fatto strada danzando in testa al campionato con un vantaggio di 104 punti su Zandvoort. Lando Norris ha sorriso nell’ombra e George Russell ha rubato la scena a Singapore con una vittoria arrivata come un ladro nella notte. Toro Rosso? Hanno sanguinato punti, hanno sanguinato orgoglio. Ma poi è arrivato Mekies.
Con il suo cervello ingegneristico affilato come un bisturi, il francese ha preso le redini e ha cambiato le cose. E adesso? Ora con questa affermazione sta versando benzina sul fuoco, che a tutto gas infuria più veloce della RB21 di Verstappen.

Riavvolgiamo un attimo il nastro, perché questa bomba non cade dal cielo. Tutto è iniziato a luglio quando Horner, quel carismatico inglese con il suo eterno sorriso e gli scandali, è stato licenziato dopo mesi di voci, intrighi e una squadra che stava cadendo a pezzi come un ingranaggio rotto.
Entra Laurent Mekies, il silenzioso stratega dall’ombra di AlphaTauri (ora Visa Cash App RB, ma siamo onesti, chi ricorda quel nome?). Mekies non era estraneo; Per anni aveva complottato in disparte, aspettando il suo momento. E cosa sta facendo? Analizza i dati, sveglia gli ingegneri a Milton Keynes e sussurra all’orecchio di Verstappen: “Risolveremo questa cosa, Max.
Non con il bluff, ma con la scienza grezza. I risultati? Spettacolare. Due vittorie consecutive – Monza e Baku – e podi nelle ultime quattro gare. Verstappen, quella forza intoccabile, è risalito dal baratro ed era a soli 63 punti da Piastri. Singapore? Secondo posto, inseguendo Russell fino all’ultima curva, la tensione è maggiore dell’aria umida di quest’isola.

Ma le parole di Mekies oggi, pronunciate in una conferenza stampa che sembrava più un discorso di incoraggiamento pre-Super Bowl di un quarterback, portano questo a un altro livello. “Max è una forza che non conosce limiti”, ripeteva con voce bassa e urgente, come se condividesse un segreto con gli dei del motorsport.
“Non schiaccia i suoi concorrenti perché è più veloce – lo fa perché sente la macchina, respira la pista e percepisce le debolezze degli altri prima ancora che si rendano conto di essere deboli”. Questo è scioccante, sì, ma anche brillantemente provocatorio.
In uno sport pieno di ego e milionari, dove piloti come Hamilton e Leclerc diventano poetici riguardo al “ballare con la macchina”, Mekies arriva al punto: Verstappen non è un essere umano, è un fenomeno. Un uragano arancione e blu che minaccia di distruggere il dominio della McLaren – sì, il titolo costruttori appena vinto – a sei gare dalla fine.
L’onda d’urto infuria nel paddock. Piastri, questo giovane tiratore con il suo calmo talento australiano, deve sudare adesso. “Max è tornato”, hanno twittato in massa i fan a Singapore, meme di McLaren schiacciate che volavano sopra X come coriandoli in un uragano. Norris? Ne ride nelle interviste, ma i suoi occhi tradiscono la paura: che Verstappen, che una volta aveva sconfitto in un duello epico, ora abbia scatenato un mostro.
E la Mercedes cerca di assecondare la vittoria a sorpresa di Russell, ma le parole di Mekies tagliano come un coltello vibrante: “Abbiamo altro in serbo. Gli aggiornamenti stanno arrivando, le strategie si stanno restringendo. Max? È lui il catalizzatore.” In effetti, Mekies ha ammesso in un recente briefing che la “sensibilità” di Verstappen – quella capacità magica di riconoscere l’auto – ha aperto la porta a progressi “spettacolari”. “Tutti a Milton Keynes hanno lavorato davvero duro, ma Max ci ha spinto oltre il limite. Ha posto le domande giuste e boom: le prestazioni sono state sbloccate.”
Questa non è una festa dell’amore qualsiasi. C’è tensione nell’aria, densa come i fumi di scarico. I tifosi di Horner si lamentano ancora del colpo di stato, Marko, il pitbull austriaco, ringhia d’accordo, ma mette in guardia dalla sopravvalutazione. E lo stesso Verstappen?
In un raro momento di vulnerabilità dopo Singapore, ha detto di Mekies: “È troppo carino, quel Laurent.
Non richiede credito, ma ha semplificato le cose. Più onesto, più semplice. Mi diverto.” Un cenno al passato, al titolo emozionante di 21 sotto Horner, ma anche un sigillo di approvazione per il futuro. “Non reinventeremo l’auto da un giorno all’altro,” sorrise Max, “ma con Laurent? Inseguiamo, vinciamo, dominiamo.”
Questa è la sostanza dell’affermazione di Mekies: non è una previsione, ma una promessa. Verstappen, questa potenza senza limiti, non si fermerà alle vittorie.
Ridefinirà lo sport, ridurrà i rivali a note a piè di pagina e inciderà la sua eredità nel marmo. Scioccante? Assoluto. Inevitabile? Proprio come una safety car all’ultimo giro. La Formula 1 ha un nuovo re e si veste di arancione. Tieniti forte, mondo: la tempesta sta arrivando e il suo nome è Max Verstappen.
