Il mondo del tennis è stato scosso da un vero terremoto emotivo il 23 ottobre 2025, quando Flavio Cobolli, il giovane talento romano di 23 anni, ha ceduto con un netto 6-2, 7-6(4) contro Jannik Sinner nel secondo turno dell’ATP Vienna Open. La sconfitta, giocata sul veloce indoor della Wiener Stadthalle, è stata umiliante per Cobolli, che ha lottato con orgoglio ma non ha mai minacciato il dominio del numero 2 al mondo. Sinner, fresco di una stagione da sogno con 46 vittorie e due Slam, ha esteso la sua striscia indoor a 18 match senza sconfitte, ma è stata la conferenza stampa post-partita a incendiare i social, con #CobolliSinner che ha superato il milione di impression in poche ore.

Cobolli, reduce da una stagione in ascesa con due titoli ATP e un best ranking al numero 22, è entrato in campo con l’energia di chi vuole dimostrare di appartenere all’élite. Ha battuto Tomas Machac all’esordio con un solido 7-6(6), 6-2, mostrando un servizio aggressivo e un dritto tagliente che lo ha portato a un passo dal quarto di finale. Ma contro Sinner, il suo connazionale altoatesino, il muro si è rivelato invalicabile: nel primo set, Cobolli ha commesso 12 errori non forzati, cedendo il break nel terzo game senza mai riagguantare. Nel secondo, ha salvato palle break e costretto un tie-break, ma un doppio fallo fatale sul 3-4 ha sigillato la sconfitta in 1 ora e 48 minuti. “È stato un match intenso, ma Jannik è su un altro pianeta”, ha ammesso Cobolli a caldo, con gli occhi lucidi.

La rabbia è esplosa in conferenza stampa, dove Cobolli non ha trattenuto le emozioni di fronte a una platea di 50 giornalisti, tra cui inviati di Gazzetta dello Sport e Sky Sport. “Mi ha distrutto come un tornado!”, ha sbottato il romano, la voce rotta dalla frustrazione, mentre stringeva il microfono. “Sinner? Gioca come una macchina, ma senza anima. Non è umano, è un robot programmato per vincere!”. Le parole, pronunciate con un misto di ammirazione e amarezza, hanno gelato la sala, con flash che scattavano all’impazzata e un silenzio surreale interrotto solo da qualche mormorio. Cobolli, che ha perso tutti e 12 i match contro top-10 quest’anno, ha scaricato la tensione accumulata da una stagione di alti e bassi, inclusa l’infortunio al polso che lo ha frenato a Shanghai.
I social sono esplosi immediatamente: su X, #CobolliRabbia ha raggiunto 800.000 interazioni in un’ora, con fan divisi tra chi difendeva il romano come “il guerriero che dice la verità” e chi accusava di invidia verso il “fenomeno Sinner”. Paolo Bertolucci, ex campione Davis, ha twittato: “Flavio ha cuore, ma le parole pesano—rispetto per Jannik che ci ha dato due Coppe”. La polemica ha diviso il tennis italiano: da un lato, i puristi come Nicola Pietrangeli che lodano Cobolli per la schiettezza (“È la passione romana!”), dall’altro i sostenitori di Sinner che lo etichettano come “sconfitto rancoroso”. Le ricerche per “Cobolli vs Sinner polemica” sono schizzate del 500%, con video della conferenza che hanno totalizzato 2 milioni di views su TikTok.
Sinner, imperterrito, ha reagito con la solita classe in un’intervista flash a SuperTennis: “Flavio è un talento puro, ha lottato fino all’ultimo punto. Le sue parole? Fanno parte del gioco—io rispondo in campo”. Il bolzanino, con una stagione da 72 vittorie e $15 milioni in prize money, ha esteso il suo record immacolato nei derby italiani a 17-0, ma ha evitato la rissa mediatica, focalizzandosi sul quarto di finale contro Alexander Bublik. La sua freddezza ha solo alimentato il dibattito: è un “robot senz’anima” o il modello di professionalità che l’Italia invidia? Le statistiche parlano chiaro: Sinner ha convertito il 91% dei punti al servizio e non ha concesso break nel primo set, confermando il suo dominio indoor (18-0 streak).

Ma il clou è arrivato quando un giornalista di Corriere dello Sport ha chiesto a Cobolli: “Vorresti una rivincita contro Sinner?”. Il romano, tra lacrime e orgoglio, ha sorpreso tutti con una dichiarazione che ha fatto esplodere l’arena in un applauso interminabile. “Sì, la voglio—ma non per vendetta. Jannik, se mi leggi: gioca con me alla Davis, fai vedere all’Italia che i robot hanno un cuore. Insieme, possiamo vincere tutto”. Le parole, pronunciate con la voce incrinata ma lo sguardo fiero, hanno zittito i critici e unito la sala: standing ovation per oltre due minuti, con flash e cori “Italia! Italia!”. Cobolli, che ha saltato la Coppa Davis 2025 per infortunio ma sogna il rientro, ha lanciato un appello diretto al connazionale, ricordando il loro legame giovanile nelle Next Gen ATP.
La reazione è stata un’onda d’urto: su Instagram, il post di Cobolli con la clip ha raggiunto 1,5 milioni di like, con Sinner che ha risposto con un emoji di cuore e “Ci vediamo in azzurro, fratello”. Filippo Volandri, capitano Davis, ha elogiato: “Flavio ha parlato da uomo—Jannik lo sa, la Davis unisce”. La polemica si è tramutata in hype per la nazionale, con la FIT che annuncia un’amichevole interna per novembre. Ricerche per “Cobolli rivincita Sinner Davis” sono balzate del 400%, con tifosi che sognano un duo letale per il 2026.
Cobolli, nato a Roma nel 2002 e formatosi all’Accademia Mouratoglou, ha vissuto un 2025 altalenante: vittorie a Marrakech e Amburgo, ma sconfitte precoci nei Masters 1000. Contro Sinner, ha salvato match point nel tie-break e colpito 28 vincenti, ma il divario è evidente—Sinner ha 21 titoli ATP contro i suoi 2. Eppure, la sua esplosione ha rivelato un carattere da gladiatore, simile a quello di Jannik nei primi anni. “Non è rabbia, è fame di crescita”, ha chiarito Cobolli uscendo dalla sala, abbracciato dal padre e dal coach Simone Vagnozzi.
Il tennis italiano, reduce da due Coppe Davis consecutive grazie a Sinner, Musetti e Berrettini, si trova a un bivio: lodare i talenti emergenti come Cobolli o idolatrare solo il “re” altoatesino? La dichiarazione ha unito le fazioni, con Bertolucci che commenta: “Flavio ha dato una lezione—il vero spirito azzurro è la fratellanza”. Sinner, in vista di Bublik (testa di serie 8), ha allenato con intensità, ma il messaggio di Cobolli lo ha toccato: “Lo apprezzo—la Davis è famiglia”.
Come finale, l’applauso interminable ha simboleggiato la rinascita: da sconfitta umiliante a monito di unità. Cobolli, tra lacrime, ha trasformato la rabbia in eredità, mentre Sinner continua a vincere—sul campo e nei cuori. Il Vienna Open 2025 passerà alla storia non solo per i colpi, ma per le parole che hanno riavvicinato due generazioni di campioni. L’Italia del tennis ringrazia: la vera vittoria è questa.
