«NESSUN RISPETTO PERCHÉ È ITALIANO» — con questa frase, il caso scoppiato attorno ad Alex de Minaur dopo la sua sconfitta per 2-0 contro Jannik Sinner alle ATP Finals (7-5, 6-2) ha incendiato il dibattito mondiale. La sua dichiarazione sull’umidità e sul caldo, accusati di aver rallentato la sua velocità, è rimbalzata ovunque, provocando reazioni durissime e mettendo al centro del ciclone il rapporto tra rispetto, sportività e tensione competitiva.

Secondo de Minaur, le condizioni di gioco erano così pesanti da impedirgli di esprimere il suo tennis migliore, mentre Sinner sarebbe stato “avvantaggiato” dal clima. Parole che hanno fatto infuriare molti tifosi, perché considerate una mancanza di riconoscenza verso la prestazione impeccabile dell’italiano, capace di controllare il ritmo e dominare i momenti decisivi con lucidità e coraggio.
Il primo set, chiuso 7-5, aveva già mostrato un Sinner concentrato, pronto a rispondere colpo su colpo senza lasciarsi intimidire dalla velocità dell’australiano. Nel secondo, concluso 6-2, la differenza di intensità è diventata evidente, con de Minaur sempre più nervoso e Sinner sempre più preciso e implacabile nei momenti cruciali, come se nulla potesse toccare la sua calma glaciale.

Le parole dell’australiano hanno lasciato tutti sorpresi perché non è da lui cedere a dichiarazioni così dure. Ha sostenuto che “l’umidità ha spezzato il mio ritmo” e che senza quell’impatto climatico il match avrebbe preso un’altra direzione. I media si sono divisi: c’è chi lo ha difeso e chi lo ha accusato di cercare scuse poco eleganti dopo una sconfitta netta.
Molti tifosi hanno trovato la frase «nessun rispetto perché è italiano» particolarmente provocatoria, perché sembrava insinuare un trattamento ingiusto o una mancanza di considerazione verso Sinner. La polemica è esplosa subito sui social, alimentata dal fatto che il pubblico torinese aveva sostenuto il suo beniamino con un entusiasmo travolgente, trasformando il match in una vera e propria bolgia.
In mezzo alla tempesta mediatica, Sinner è rimasto calmo come sempre, fedele al suo stile asciutto e silenzioso. Non ha reagito immediatamente, lasciando che fossero gli altri a discutere. Solo in conferenza stampa ha pronunciato quelle cinque parole che hanno zittito tutto e tutti, sorprendendo giornalisti e tifosi: «In campo parlano i fatti». Una risposta breve, elegante e potentissima.
La frase è diventata virale in pochi minuti, perché sintetizzava un concetto semplicissimo ma definitivo: chi vince merita rispetto, e chi perde dovrebbe riconoscerlo. Con appena cinque parole, Sinner aveva risposto a un’intera polemica senza cadere nella provocazione, mostrando una maturità rara, soprattutto in un contesto ad altissima pressione come le ATP Finals.
I commentatori internazionali hanno lodato la sua incredibile compostezza, sottolineando come il giovane italiano sia ormai non solo un campione sul piano tecnico, ma anche un esempio di sportività e comunicazione. Alcuni giornali britannici hanno definito la sua risposta “una lezione di classe”, mentre diversi ex giocatori hanno elogiato la sua capacità di mantenere la calma.
La prestazione di Sinner, oltre alle parole, ha rafforzato questa immagine. Durante il match ha controllato i momenti cruciali con una lucidità impressionante, senza concedere spiragli all’avversario. La sua capacità di trovare profondità, di cambiare ritmo e di gestire la pressione dimostra quanto sia cresciuto sia mentalmente che tatticamente negli ultimi anni.
Anche molti tifosi australiani hanno criticato de Minaur, ritenendo che le sue dichiarazioni siano uscite più dalla frustrazione che da una vera mancanza di rispetto. Alcuni hanno persino scritto che “Sinner avrebbe vinto comunque”, evidenziando quanto sia stato superiore nei lunghi scambi, nei break e nel controllo del ritmo.

Il match, però, non è stato solo una partita di tennis, ma un simbolo della crescita di Sinner come leader del tennis mondiale. Domina senza urlare, colpisce senza provocare e vince senza inventare scuse. È questo che ha conquistato il cuore dei tifosi e che rende ogni sua dichiarazione così pesante, pur essendo breve e semplice.
La polemica ha anche acceso un dibattito più ampio sul rispetto tra giocatori. Molti hanno sottolineato come la tensione delle Finals possa portare alcuni a parlare troppo in fretta, mentre altri insistono sul fatto che i professionisti dovrebbero pesare ogni parola. In mezzo a tutto ciò, l’atteggiamento di Sinner è stato considerato un modello di equilibrio.
La frase “In campo parlano i fatti” potrebbe diventare uno dei suoi mantra più celebri, perché riflette perfettamente il suo stile: niente drammi, nessun vittimismo, nessuna allusione. Solo lavoro, silenzio e risultati. E in questo caso il risultato parla chiaro: Sinner ha vinto con merito, dominando un avversario che non è mai riuscito a trovare una contromisura.
Il mondo del tennis continuerà a discutere dell’accaduto ancora per giorni, forse settimane. Ma una cosa è certa: l’immagine di Jannik Sinner, dopo questa risposta elegante e potente, è uscita ancora più forte. E la domanda che tutti si fanno ora è semplice: se a ventitré anni ha questa maturità, dove potrà arrivare nei prossimi anni?
