“Non è solo un campione, è… un vero re!”. Poche ore dopo che Jannik Sinner aveva sollevato il trofeo del Six Kings Slam, il presidente del torneo Turki Alalshikh ha scioccato il mondo del tennis annunciando che gli sarebbe stata assegnata una quota del 10% del torneo, del valore di milioni di dollari, diventandone comproprietario e parte integrante della definizione del futuro del tennis in Medio Oriente, mentre il Six Kings Slam sarebbe stato ribattezzato Sinner’s Seven Kings Slam. Jannik Sinner non ha esitato a rispondere con 17 parole che hanno lasciato la sala momentaneamente in silenzio, prima che un’ondata di applausi e grida di gioia esplodesse mentre Alalshikh si asciugava le lacrime!

“Non è solo un campione, è… un vero re!” Poche ore dopo che Jannik Sinner aveva sollevato il trofeo del Six Kings Slam, il presidente del torneo Turki Alalshikh ha scioccato il mondo del tennis annunciando che gli sarebbe stata assegnata una quota del 10% del torneo, del valore di milioni di dollari, diventandone comproprietario e parte integrante della definizione del futuro del tennis in Medio Oriente, 

mentre il Six Kings Slam sarebbe stato ribattezzato Sinner’s Seven Kings Slam. Jannik Sinner non ha esitato a rispondere con 17 parole che hanno lasciato la sala momentaneamente in silenzio, prima che un’ondata di applausi e grida di gioia esplodesse mentre Alalshikh si asciugava le lacrime!
 
 
 
 
 

L’atmosfera a Riyadh era elettrica, carica di emozione e incredulità. Dopo un torneo leggendario, segnato da prestazioni straordinarie e momenti di puro talento, Jannik Sinner è riuscito ancora una volta a scrivere una nuova pagina nella storia del tennis mondiale. La vittoria al Six Kings Slam non rappresentava solo un trionfo sportivo, ma l’inizio di una nuova era per il campione altoatesino, ormai riconosciuto come simbolo di eleganza, forza e umiltà.

Turki Alalshikh, presidente del torneo e figura centrale nello sviluppo del tennis in Medio Oriente, è salito sul palco per un annuncio che nessuno si sarebbe mai aspettato. “Jannik non è solo un vincitore, è un vero re. Il mondo del tennis ha bisogno di uomini come lui”, ha dichiarato con voce emozionata, prima di annunciare la decisione di offrire al tennista italiano una quota del 10% del prestigioso torneo.

Il gesto, di enorme valore simbolico ed economico, ha lasciato il pubblico e la stampa internazionale senza parole. Mai prima d’ora un giocatore in attività aveva ricevuto un riconoscimento di tale portata. La decisione segna un momento storico, consolidando il legame tra Sinner e il progetto ambizioso del Six Kings Slam, che d’ora in poi porterà il nome Sinner’s Seven Kings Slam, in onore del campione che ha ispirato una nuova generazione di sportivi.

 

 

 

 

Jannik Sinner, visibilmente commosso, ha preso il microfono e ha pronunciato con calma le sue 17 parole: “Non gioco per diventare un re, ma per rendere il tennis un sogno per tutti.”

 

 

 

 

Per qualche secondo, nella sala è calato un silenzio quasi irreale. Poi, come un’onda, gli applausi sono esplosi fragorosi, accompagnati da grida di entusiasmo e standing ovation. Turki Alalshikh stesso non è riuscito a trattenere le lacrime, visibilmente toccato dalla sincerità e dalla nobiltà d’animo del giovane campione.

 

 

Sui social media, la notizia ha immediatamente conquistato il mondo, con hashtag come #SinnerKing e #SevenKingsEra che hanno dominato le tendenze globali. Giornalisti e fan hanno descritto il momento come uno dei più iconici nella storia moderna del tennis.

 

 

 

 

Jannik Sinner, a soli ventiquattro anni, non è più soltanto un atleta: è diventato un simbolo di integrità e passione, capace di unire sport, cultura e umanità. La sua storia, da ragazzo di San Candido a “re del tennis mondiale”, continua a ispirare milioni di giovani in tutto il mondo.

 

 

 

Il Sinner’s Seven Kings Slam promette di essere non solo un evento sportivo, ma un movimento che ridefinirà il futuro del tennis. E al centro di tutto, con la sua umiltà disarmante e il suo sorriso sincero, c’è sempre lui — Jannik Sinner, il re che non ha mai cercato una corona.

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