Il mondo del tennis è stato scosso da un terremoto mediatico dopo le dichiarazioni incendiarie di Ben Shelton, che ha accusato apertamente il sistema VAR tennistico di essere “programmato per soffocare la giustizia”. L’episodio sarebbe avvenuto subito dopo la sua partita contro Jannik Sinner, conclusasi con un finale esplosivo e un’atmosfera carica di tensione.

Shelton, visibilmente furioso, ha parlato senza filtri: “Questo non è più sport – è una sceneggiata messa in scena.” Secondo il tennista americano, alcune decisioni arbitrali e interventi tecnologici avrebbero alterato l’andamento del match in modo “sospetto”. Subito dopo, ha condiviso sui social presunte prove di irregolarità nei replay e nei challenge automatici, chiedendo una revisione immediata del sistema.
La minaccia di abbandonare l’ATP
In un gesto clamoroso, Shelton ha dichiarato che potrebbe lasciare il circuito ATP se non verrà avviata un’indagine indipendente sulle “manipolazioni tecnologiche” e i “favoritismi arbitrali”. Le sue parole hanno generato un’ondata di reazioni nel mondo dello sport, tra chi lo sostiene e chi lo accusa di esagerazione.
Gli organizzatori del torneo, al momento, non hanno rilasciato commenti ufficiali, ma le sue affermazioni hanno già acceso un acceso dibattito sull’affidabilità della tecnologia nel tennis moderno.

Il silenzio glaciale di Jannik Sinner
Dall’altra parte della rete, Jannik Sinner ha mantenuto il suo consueto aplomb. Testimoni raccontano che l’azzurro si sia avvicinato a Shelton e, con uno sguardo fermo, abbia pronunciato otto parole fredde come il ghiaccio, che avrebbero scatenato un boato tra il pubblico. Nessuno ha rivelato esattamente cosa abbia detto, ma il gesto è già diventato virale sui social.
Una crisi d’immagine per il tennis?
L’intera vicenda ha riaperto il dibattito sulla trasparenza delle tecnologie nel tennis. Tra VAR, sensori di linea e replay digitali, molti si chiedono se la tecnologia stia davvero garantendo giustizia o se, come teme Shelton, stia diventando un’arma a doppio taglio.

In attesa di chiarimenti ufficiali, una cosa è certa: l’esplosione del caso Shelton-Sinner ha acceso i riflettori sull’etica del tennis moderno e su quanto sottile possa essere la linea tra sport e spettacolo.
