È una notizia che ha scosso profondamente il mondo del tennis: Alexander Zverev avrebbe accusato Jannik Sinner di aver utilizzato un terzo dispositivo durante la finale per manipolare la partita e favorire la propria vittoria. L’annuncio, diffuso pochi minuti dopo la fine dell’incontro, ha fatto esplodere i social e ha aperto un vero e proprio caso mediatico.

Secondo quanto riportato da alcune testate tedesche, Zverev avrebbe mostrato un breve filmato e alcune immagini che, a suo dire, dimostrerebbero un comportamento sospetto del rivale nei momenti decisivi del match. “Non è una questione personale”, avrebbe dichiarato il tennista tedesco davanti ai giornalisti, “ma se vogliamo difendere la credibilità di questo sport, dobbiamo parlare apertamente. Ci sono state delle anomalie che non possono essere ignorate.”
Il team di Jannik Sinner, contattato subito dopo la conferenza stampa, si è detto sorpreso e amareggiato. “Sono accuse infondate e completamente false”, ha fatto sapere un portavoce del campione altoatesino. “Jannik ha vinto grazie al suo talento, alla sua preparazione e al suo impegno. Non c’è stato nulla di irregolare.” Al momento, il giovane italiano non ha rilasciato dichiarazioni dirette, ma fonti vicine a lui parlano di grande serenità e di fiducia nella giustizia sportiva.

La novità più sorprendente riguarda l’intervento del VAR, introdotto solo di recente in forma sperimentale nel tennis. Secondo alcune ricostruzioni, gli ufficiali di gara avrebbero analizzato in tempo reale le immagini fornite da Zverev per valutare se vi fossero elementi concreti a sostegno dell’accusa.

È la prima volta che una tecnologia simile viene utilizzata in un contesto del genere, e la scelta ha alimentato il dibattito tra esperti e appassionati. Un portavoce dell’ATP ha dichiarato che ogni sospetto sarà verificato con la massima attenzione, ma ha anche invitato alla prudenza: “È importante non trarre conclusioni affrettate. Ogni atleta merita di essere giudicato con rispetto e sulla base di prove oggettive.”
Nel frattempo, i social sono esplosi. Su X, Instagram e TikTok milioni di utenti hanno iniziato a commentare l’accaduto, molti schierandosi in difesa di Sinner. “Non ha bisogno di trucchi per vincere,” scrive un tifoso italiano, mentre altri invocano chiarezza immediata: “Se c’è qualcosa da spiegare, che lo faccia subito. Il tennis deve restare pulito.” Alcuni utenti, invece, accusano Zverev di aver reagito con rabbia dopo la sconfitta, sostenendo che le sue parole siano frutto della frustrazione più che di fatti concreti.

Anche gli ex campioni si sono espressi. Boris Becker ha invitato alla calma, ricordando che nel tennis le emozioni a caldo possono portare a dichiarazioni esagerate. Mats Wilander, al contrario, ha sottolineato come l’immagine dello sport rischi di essere danneggiata da episodi del genere, anche se le accuse dovessero rivelarsi infondate. “Oggi bastano pochi secondi di video e una frase fuori posto per distruggere la reputazione di un atleta,” ha detto durante una diretta televisiva. “Serve più responsabilità da parte di tutti.”
Il rapporto tra Zverev e Sinner, fino a ieri considerato esemplare, sembra ora incrinarsi. Entrambi hanno spesso parlato con rispetto reciproco, elogiando i rispettivi progressi e la qualità del gioco. Tuttavia, questa vicenda rischia di trasformare una sana rivalità sportiva in un conflitto personale. C’è chi intravede dietro le parole di Zverev una tensione accumulata da tempo: il tedesco ha perso diverse finali importanti e forse fatica ad accettare la crescita impetuosa del suo avversario. Altri, invece, leggono nella calma di Sinner la forza di chi non ha nulla da temere e sa che la verità, prima o poi, emergerà da sola.
Gli esperti di diritto sportivo avvertono che la questione potrebbe avere risvolti delicati. Se le accuse si rivelassero infondate, Zverev rischierebbe una sanzione per diffamazione sportiva e comportamento antisportivo. Se invece dovessero emergere elementi concreti, si aprirebbe uno scandalo di proporzioni enormi, con possibili squalifiche e conseguenze disciplinari anche per gli organizzatori del torneo. Per ora, però, nulla è certo. L’ATP ha annunciato l’apertura di un’indagine interna, ma i tempi potrebbero essere lunghi.
Gli sponsor e i partner commerciali di Sinner hanno espresso piena fiducia nel loro atleta. Diverse aziende italiane e internazionali hanno pubblicato messaggi di sostegno, sottolineando la trasparenza e la correttezza del campione. Anche il pubblico italiano si stringe intorno a lui, vedendo in questa vicenda un attacco alla nuova generazione del tennis azzurro. “Difendiamo il nostro ragazzo,” scrive un commentatore su La Repubblica, “perché rappresenta la serietà, l’umiltà e il lavoro duro che tutti dovremmo ammirare.”
In attesa di chiarimenti ufficiali, l’atmosfera rimane tesa. Il tennis mondiale osserva con attenzione e un certo sgomento, consapevole che ogni parola in più può alimentare il fuoco della polemica. In un’epoca in cui la tecnologia è sempre più presente nello sport, il confine tra innovazione e sospetto diventa sottile. Forse, come ha scritto un giornalista italiano, “la vera sfida del tennis moderno non è solo vincere in campo, ma restare credibili fuori dal campo.” Qualunque sia la verità, una cosa è certa: questa vicenda segna un punto di svolta nella percezione pubblica del tennis e nel modo in cui le accuse, vere o presunte, possono cambiare il destino di un campione.
